La listeriosi è un'infezione causata dal batterio Listeria monocytogenes, patogeno ubiquitario presente nell'ambiente e capace di contaminare vari alimenti. Questo batterio può crescere anche a basse temperature, come quelle dei frigoriferi, rendendolo particolarmente insidioso nel contesto della sicurezza alimentare.
Incidenza e Pericolosità
La listeriosi è considerata una malattia rara ma grave, con tassi di mortalità che possono raggiungere il 20-30% nei casi invasivi. Secondo i dati raccolti dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), i soggetti più vulnerabili includono neonati, anziani, donne in gravidanza e individui con un sistema immunitario compromesso. I dati del 2021 riportano che in Italia sono stati notificati 66 casi di listeriosi invasiva, con un'incidenza di circa 0,12 casi ogni 100.000 abitanti. La maggior parte dei casi è stata segnalata in pazienti di età superiore ai 64 anni.
Vie di Trasmissione e alimenti a rischio
La trasmissione di Listeria avviene principalmente attraverso il consumo di alimenti contaminati. Tra gli alimenti più a rischio troviamo:
Formaggi a pasta molle;
Pesce affumicato e carni pronte al consumo;
Verdure fresche non lavate adeguatamente;
Latte non pastorizzato e prodotti derivati.
L’incidenza di contaminazione alimentare è spesso associata a processi di produzione e conservazione non ottimali, rendendo cruciale il rispetto di rigorosi protocolli di sicurezza in tutte le fasi della catena alimentare.
Sintomi e Diagnosi
La listeriosi può presentarsi in due forme: invasiva e non invasiva. La forma non invasiva provoca solitamente sintomi gastrointestinali lievi, come nausea e diarrea, che possono manifestarsi poche ore dopo il consumo di alimenti contaminati. Tuttavia, la forma invasiva, che si manifesta nei soggetti più fragili, è molto più pericolosa, portando a sepsi, meningite o aborti spontanei.
I sintomi della listeriosi invasiva possono includere febbre alta, dolori muscolari, mal di testa e confusione. In particolare, nelle donne in gravidanza, l'infezione può causare gravi complicazioni per il feto, incluso il parto prematuro o la morte intrauterina.
La diagnosi viene effettuata tramite esami microbiologici del sangue, del liquido cerebrospinale o di altri fluidi corporei, ma data la rarità e la varietà dei sintomi, la listeriosi può essere difficile da riconoscere tempestivamente.
Prevenzione e Raccomandazioni
La prevenzione della listeriosi si basa su una rigorosa gestione della sicurezza alimentare. Le principali misure preventive includono:
Lavare accuratamente frutta e verdura prima del consumo.
Cuocere adeguatamente gli alimenti crudi come carne e pesce.
Evitare il consumo di latte non pastorizzato e prodotti derivati.
Conservare correttamente gli alimenti nel frigorifero, mantenendo una temperatura inferiore a 4°C.
Evitare il contatto diretto tra alimenti crudi e cibi pronti al consumo.
Per le persone più vulnerabili, come le donne in gravidanza o gli anziani, è raccomandato evitare specifici alimenti come pesce affumicato e formaggi molli.
Sorveglianza Epidemiologica
In Italia, la sorveglianza della listeriosi è parte integrante del sistema di monitoraggio delle malattie a trasmissione alimentare. L’Istituto Superiore di Sanità, in collaborazione con le Regioni e le ASL, si occupa della raccolta e dell’analisi dei dati. L’identificazione di focolai epidemici consente di intervenire rapidamente per contenere la diffusione del patogeno.
Conclusioni
Nonostante la listeriosi rappresenti una patologia rara, la sua alta mortalità nei soggetti a rischio e la sua capacità di resistere a condizioni di refrigerazione impongono una vigilanza costante nel settore della sicurezza alimentare. I progressi tecnologici e le buone pratiche di prevenzione possono fare la differenza nel ridurre l'incidenza di questa malattia, proteggendo in particolare le fasce di popolazione più fragili.
Per ulteriori approfondimenti e aggiornamenti, consulta la pagina ufficiale su Epicentro: Listeria - Epicentro ISS.
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